Se per lei l’esordio nel cinema è stato per caso, quello in tv probabilmente lo è meno, ma arriva comunque in maniera inaspettata dopo il successo di Doc – Nelle tue mani. Matilde Gioli, infatti, sarà la conduttrice del primo format unscripted di Netflix Italia, che uscirà venerdì 16 dicembre sulla piattaforma. Summer Job sarà un reality, nel quale i protagonisti, con età comprese fra i 18 e i 25 anni, dovranno mettersi inaspettatamente in gioco con un’esperienza lavorativa in quello che immaginavano essere un periodo di solo relax in Messico.
Per Matilde Gioli non è però la prima volta alla conduzione, se si considera che nel 2016 Fabio Fazio le diede la possibilità di affiancarlo nella conduzione del remake di Rischiatutto, in particolare dei primi due speciali andati in onda in quella primavera su Rai1 e poi della prima delle puntata che andarono in onda in autunno su Rai3.
Che cosa ti ha fatto dire sì a Summer Job?
In generale nella vita sono curiosa di provare tante cose diverse. So ovviamente che quando su alcune cose non sono portata non è il caso di perdere tempo o di farlo perdere anche agli altri. In questo caso, quando mi hanno contattata, mi sono sentita onorata di essere presa in considerazione come guida di un gruppo di ragazzi all’interno di un reality, perché innanzitutto vuol dire che ho trasmesso ai capi progetto di Summer Job il mio essere una sorella maggiore e responsabile. Poi quando mi hanno spiegato il progetto e il ruolo che avrei avuto, che è più di accompagnatrice e guida con un ruolo maieutico, ho subito detto di sì.
Dei no a dei progetti che ti vedevano alla conduzione in tv quindi negli anni li hai detti?
Dopo Rischiatutto non ho proseguito con altre esperienze di conduzione perché io faccio l’attrice e la maggior parte del tempo mi piace dedicarlo ai set. Esistono però anche momenti di pausa dal set che si può decidere come gestirli: si può sparire, rifugiandosi ad esempio nella natura come spesso mi piace fare, oppure in quei momenti si può provare qualcosa di nuovo.
Sull’esperienza nel 2016 a Rischiatutto hai detto: “È stato divertente, ma non mi ha dato la stessa soddisfazione che mi dà stare sul set”. Questa volta con Summer Job com’è andata?
Fabio Fazio in quell’occasione mi chiese proprio un gioco di ruoli: io faccio Mike, tu fai Sabina (Ciuffini,ndr). Non l’ho vissuta quindi all’epoca come un’esperienza di conduzione vera e propria, ma come un gioco di ruoli facendo un salto nel passato. Questa volta sono stata trascinata dall’idea di essere la sorellona di questi ragazzi, a cui loro magari confidano cose di cui magari con gli autori fanno più fatica a parlare.
Hai accettato di accostare il tuo nome ad un reality che potrebbe essere considerato “trash”. Non ti spaventa per la tua immagine?
Dietro le mie scelte diverse dal cinema non c’è mai uno snobismo, che mi spinge a scegliere qualcosa perché penso possa fare bene alla mia immagine. Non c’è mai strategia, ma penso sempre a quanto mi possa arricchire un progetto. Non sono il tipo di persona che però si spaventa nel fare qualcosa che a livello di immagine si allontana un po’ dall’autorialità perché sono curiosa e mi piace mettermi alla prova in tutti gli ambienti, anche perché nella vita mi piace integrarmi anche in realtà diverse dalla mia.
Alla vigilia di Sanremo 2021, il tuo nome fu a lungo accostato al Festival. Avevi già preparato la risposa nel caso fosse arrivata la chiamata da parte di Amadeus?
Non mi aspettavo quella chiamata e quindi non mi ero preparata una risposta.
Oggi ce l’avresti una risposta da dare?
No, non ce l’ho. È una cosa che non sento nell’aria, non saprei quindi neanche cosa dire nel caso in cui dovesse succedere perché sarebbe totalmente inaspettato.
Non sarebbe scontato dunque un tuo sì?
Dovrei confrontarmi con tutte le persone che lavorano con me: sicuramente non sarebbe un sì a prescindere. Sanremo è una cosa che mi piace, però avrei bisogno di capire se è il momento giusto per farlo.
Il tuo futuro rimane da attrice anche dopo l’esperienza di Summer Job?
Il lavoro in cui mi identifico in questo momento di più è sempre l’attrice, ricordando che è un lavoro che mi è capitato e che non l’ho fortemente voluto. Ci siamo incontrati per caso io e questo lavoro e in questi quasi dieci anni sono passata da momenti più difficili, in cui non capivo se era questo che volevo fare, ad oggi, in cui ho una consapevolezza molto più forte. Ora mi sento un’attrice e ho anche un atteggiamento più professionale sul set, soprattutto in relazione alla preparazione dei personaggi.
Ci potranno essere comunque altri progetti legati alla conduzione tv nei prossimi anni?
Bisognerà vedere cosa sarà in grado di insegnarmi un nuovo eventuale progetto.